Il piombo potrebbe essere la causa dei disturbi comportamentali

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Fonte: Doctor33

In base ai risultati di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics da Jianghong Liu, ricercatore dell’Università di Pennsylvania e colleghi, le concentrazioni emetiche di piombo potrebbero avere un ruolo di primo piano nel determinare i disturbi del comportamento tra i bambini di età prescolare residenti in Cina.

«Il piombo è un metallo tossico che può ridurre il quoziente intellettivo nei più piccoli, ma quando le concentrazioni nel sangue superano la soglia di 10 mg/dl si osserva un legame con problemi comportamentali» spiega l’autore. E il saturnismo rappresenta un vero e proprio problema di salute pubblica nei Paesi in via di sviluppo, dove non è raro osservare nei bambini concentrazioni ematiche di piombo superiori a quelli dei coetanei europei o statunitensi. Ecco allora che i ricercatori guidati da Liu hanno esaminato l’associazione tra concentrazioni ematiche medie di piombo pari a 6,4 mg/dl – considerate moderatamente elevate – e disturbi del comportamento utilizzando i dati relativi a 1.341 bambini di età prescolare residenti in Cina. I livelli di piombo nel sangue sono stati misurati a 3 e 5 anni di età e le modifiche comportamentali sono state valutate usando la versione cinese del Child Behavior Checklist e del Caregiver-Teacher Report Form quando i bambini avevano raggiunto i 6 anni. E i risultati confermano l’ipotesi: una concentrazione ematica media di 6,4 mg/dl di piombo si associa ai problemi di comportamento che gli insegnati hanno segnalato per i bimbi di 6 anni. Come ricordano gli autori, però, visto che i livelli di piombo nel sangue sono stati misurati solo due volte, non è chiaro se i disturbi riscontrati a 6 anni riflettono l’esposizione al piombo al momento della misurazione, durante il periodo prenatale oppure nei primi due anni di vita. «Servono altri studi per comprendere meglio gli effetti biologici dell’esposizione al piombo ambientale e i successivi problemi di comportamento nei più piccoli con attenzione anche agli effetti sul lungo periodo» conclude Liu.

Qui lo studio in lingua inglese

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