Un americano su cinque fa uso di psicofarmaci

giù le mani dai bambini news

Nell’ultimo decennio consumo è salito del 22% secondo una ricerca.

Fonte: Virgilio notizie

New York, 17 nov. (TMNews) – Continua a crescere il consumo di psicofarmaci negli Stati Uniti. Un americano su cinque fa uso di almeno uno psicofarmaco tra antidepressivi, neurolettici, e ansiolitici. Lo rivela una ricerca condotta dal Neuroscience Therapeutic Resource Center, il centro di ricerca di Medco Health Solution, una società del New Jersey che fornisce assistenza sanitaria a 65 milioni di persone. Dall’indagine emerge che dal 2001 al 2010 l’uso di psicofarmaci è salito del 22 per cento tra gli adulti. In particolare si è registrato un forte incremento nel consumo di neurolettici tra tutte le fasce di età e un aumento tra gli adulti dell’uso di farmaci per il trattamento della sindrome da deficit di attenzione e iperattività, una malattia che generalmente viene diagnosticata durante l’infanzia. L’uso di questo tipo di medicinali è triplicato nell’ultimo decennio nella fascia di età compresa tra i 20 e i 44 anni ed è raddoppiato tra le donne tra i 45 e i 65 anni.
La notizia positiva è il calo del consumo di antidepressivi da parte dei bambini e di ansiolitici da parte degli anziani, un risultato che almeno in parte si deve alle campagne di sensibilizzazione sugli effetti collaterali più seri tra cui il possibile aumento delle tendenze suicide nei bambini e il rischio di morte per i pazienti anziani che soffrono di demenza senile. Per quanto riguarda i più piccoli, dopo il massimo raggiunto nel 2004, l’anno successivo il consumo di antidepressivi è tornato ai livelli del 2001(il 2,5 per cento delle bambine e poco più del 2 per cento dei bambini ne fa uso). Negli anziani si è registrato nell’ultimo decennio un calo del 44 per cento dell’uso di ansiolitici.
Ma gli psicofarmaci sono ancora tra i farmaci best seller negli Stati Uniti nel 2010. Gli americani hanno speso 16,1 miliardi di dollari in neurolettici, 11,5 miliardi di dollari in antidepressivi, e 7,2 miliardi per il trattamento della sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

New York, 17 nov. (TMNews) – Continua a crescere il consumo di psicofarmaci negli Stati Uniti. Un americano su cinque fa uso di almeno uno psicofarmaco tra antidepressivi, neurolettici, e ansiolitici. Lo rivela una ricerca condotta dal Neuroscience Therapeutic Resource Center, il centro di ricerca di Medco Health Solution, una società del New Jersey che fornisce assistenza sanitaria a 65 milioni di persone. Dall’indagine emerge che dal 2001 al 2010 l’uso di psicofarmaci è salito del 22 per cento tra gli adulti. In particolare si è registrato un forte incremento nel consumo di neurolettici tra tutte le fasce di età e un aumento tra gli adulti dell’uso di farmaci per il trattamento della sindrome da deficit di attenzione e iperattività, una malattia che generalmente viene diagnosticata durante l’infanzia. L’uso di questo tipo di medicinali è triplicato nell’ultimo decennio nella fascia di età compresa tra i 20 e i 44 anni ed è raddoppiato tra le donne tra i 45 e i 65 anni.

La notizia positiva è il calo del consumo di antidepressivi da parte dei bambini e di ansiolitici da parte degli anziani, un risultato che almeno in parte si deve alle campagne di sensibilizzazione sugli effetti collaterali più seri tra cui il possibile aumento delle tendenze suicide nei bambini e il rischio di morte per i pazienti anziani che soffrono di demenza senile. Per quanto riguarda i più piccoli, dopo il massimo raggiunto nel 2004, l’anno successivo il consumo di antidepressivi è tornato ai livelli del 2001(il 2,5 per cento delle bambine e poco più del 2 per cento dei bambini ne fa uso). Negli anziani si è registrato nell’ultimo decennio un calo del 44 per cento dell’uso di ansiolitici.

Ma gli psicofarmaci sono ancora tra i farmaci best seller negli Stati Uniti nel 2010. Gli americani hanno speso 16,1 miliardi di dollari in neurolettici, 11,5 miliardi di dollari in antidepressivi, e 7,2 miliardi per il trattamento della sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

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