Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è collegato a un uso frequente dei nuovi media

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è collegato a un uso frequente dei nuovi media

Ra CK, Cho J, et al. Association of digital media use with subsequent symptoms of attention-deficit/hyperactivity disorder among adolescents. JAMA. 2018;320(3):255-263.  doi:10.1001/jama.2018.8931

Messaggi chiave

  • L’elevata frequenza di utilizzo di diverse forme di media digitali si associa con un aumento nella comparsa di sintomi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Attention Deficit Hyperactivity Disorder, ADHD) durante l’adolescenza.
  • Il rischio è cumulativo: lo svolgimento ad elevata frequenza di ogni attività legata ai media digitali aumenta il rischio di ADHD del 10%.
  • Ulteriori ricerche dovranno stabilire se si tratta di un’associazione causale.

Descrizione dello studio

  • Lo studio di coorte ha coinvolto per oltre 2 anni 2.587 adolescenti (15-16 anni) di 10 scuole superiori della California; i partecipanti non mostravano sintomi di ADHD alla baseline.
  • Agli studenti sono stati somministrati ogni 6 mesi un questionario sull’uso di media digitali (14 attività, es. invio di messaggi, visione di film, uso di videogiochi) nella settimana precedente e un questionario su 18 sintomi di ADHD riferito ai 6 mesi precedenti.
  • L’utilizzo di un media digitale veniva definito “con elevata frequenza” se lo studente aveva dichiarato di avere svolto un’attività più di 2 volte al giorno,
  • Gli studenti che riferivano di avere sofferto spesso o molto spesso di almeno 6 sintomi sono stati classificati come adolescenti che avevano sofferto di ADHD nei 6 mesi precedenti.
  • L’analisi è stata corretta per covariate associate all’insorgenza di ADHD (fattori socio-demografici, gruppo etnico, comportamento delinquenziale, sintomi depressivi).
  • Fonte di finanziamento: National Institutes of Health.

Risultati principali

  • In media gli studenti avevano usato con elevata frequenza almeno 3 media digitali.
  • L’attività più comune era controllare i social network, attività svolta con elevata frequenza da 1 adolescente su 2 (54,1%).
  • L’utilizzo con elevata frequenza di ogni media digitale aggiuntivo si associava con un aumento di circa il 10% della probabilità di avere sintomi di ADHD (OR 1,11); l’associazione persisteva dopo correzione per numerose covariate (OR 1,10).
  • La percentuale di studenti che ha mostrato sintomi di ADHD era pari al 4,6% tra coloro che alla baseline non usavano nessun media digitale con elevata frequenza, al 9,5% tra coloro che usavano con elevata frequenza 7 media e al 10,5% tra coloro che usavano con elevata frequenza 14 media.

Limiti dello studio

  • L’ADHD è stata determinata esclusivamente sulla base di un questionario di autovalutazione; potrebbero non essere stati considerati fattori confondenti importanti (es. uso dei media digitali da parte dei genitori o restrizioni da parte dei genitori)

Perché è importante

  • Nell’adolescente, l’ADHD si associa con fattori non genetici legati all’ambiente.
  • Rispetto a studi precedenti, in genere trasversali, che avevano valutato l’esposizione a media tradizionali come la televisione, questo studio longitudinale si è interessato dell’uso dei media digitali moderni, più stimolanti e con una frequenza d’uso potenzialmente più alta.
  • I nuovi media digitali sono facilmente accessibili grazie allo smartphone e sollecitano continuamente gli utilizzatori mediante notifiche e richieste di intervento.
  • L’associazione osservata tra uso dei nuovi media e ADHD potrebbe però non essere causale, ma dovuta a causalità inversa: adolescenti con problemi di attenzione e iperattività (ADHD sotto la soglia o non diagnosticata) potrebbero cercare più frequentemente soddisfazione nell’uso dei media digitali.
  • Bibliografia e riferimenti

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