La cura dell’ADHD – dovere di carattere etico o “buon affare”?

Il trattamento dell’ADHD (Sindrome da Iperattività e Deficit di Attenzione) attualmente in uso consiste principalmente nella somministrazione di uno psicofarmaco, il metilfenidato, (un anfetaminico in voga tra alcune comunità di tossicodipendenti negli USA occidentali negli anni 70′ – ma vi sono altri farmaci specifici che entreranno presto sul mercato): sotto il profilo educativo il bambino viene “addestrato” a risolvere i problemi della sua vita (laddove questi esistono) con una pastiglia. Il metilfenidato, ormai distribuito in modo massiccio, ha condotto persino a fenomeni di spaccio. Non sono rari e vengono anche riportati dai mezzi di stampa, i casi in cui i bambini di famiglie povere, vengono addestrati dai genitori ad essere irrequieti a scuola, al fine di ricevere la diagnosi ed il farmaco. Quest’ultimo viene poi spacciato ad alto prezzo sulle strade e diviene un’interessante forma di guadagno (78). Per quanto riguarda gli effetti collaterali del metilfenidato a livello cerebrale, consigliamo semplicemente la lettura della recente pubblicazione dal titolo “Ritalin e Cervello” del dr. Heinrich Kremer, docente di tossicologia e medicina sociale, edito da Macro edizioni (febbraio 2002).

La diagnosi negli USA viene fatta sostanzialmente dagli insegnanti, tramite l’utilizzo dei test cui abbiamo accennato. Fondamentale è quindi l’addestramento ed il convincimento della popolazione docente, e tutto ciò introduce ulteriori perplessità, laddove ve ne fosse bisogno…

La polemica sull’ADHD, che è anche all’origine della nostra campagna, ha preso il via proprio negli USA. Quando si propaganda con decisione un certo tipo di intervento sanitario, chi rifiuta di “far curare” i propri figli può venir accusato di carenza di assistenza medica (negligenza) e i figli possono essergli sottratti. Negli Usa vi sono moltissimi contenziosi legali di questo tipo, uno ha riguardato persino il fratello del Presidente degli USA, che si è rifiutato di far “curare” suo figlio [79]. Alcuni mesi or sono il Parlamento USA ha come accennavamo in premessa approvato una legge, dopo innumerevoli altre leggi di livello nazionale [80], con 425 voti favorevoli ed 1 contrario, che impedirà ai genitori di bambini etichettati come affetti da ADHD di accettare qualunque terapia o trattamento essi non condividano (81).

Una prima riflessione in merito a questo evento, riguarda i numeri della votazione; una seconda, evidenzia come la materia sia ritenuta, dalla quasi unanimità dei parlamentari USA (e quindi da tutti i loro consulenti tecnico-scientifici), soggetto con non comprovate basi medico-scientifiche. Come è noto, nessuno Stato ha mai approvato un dispositivo legislativo similare in merito al colera, alle leucemie infantili, alla distrofia muscolare o qualsiasi altra patologia.

Certo, ridefinendo i comportamenti umani ed etichettandoli come patologie, ogni cosa può divenire una grave e diffusa malattia, a tre condizioni:

  1. che si abbiano i mezzi economici per propagandarla;
  2. che si possieda un qualche tipo di autorità dottrinale per imporla sotto la voce “dati scientifici”;
  3. eventualmente, che gli interlocutori siano sufficientemente ignoranti o creduloni.

In passato abbiamo assistito ad esternazioni particolarmente ferme e decise, altisonanti e ribadite con clamore, sulla presunta e consolidata validazione scientifica dell’ADHD. C’è chi è arrivato a citare il numero delle pubblicazioni scientifiche, o ha cercato, più semplicemente, di insultare o denigrare coloro che contestavano tale validazione. Tuttavia in scienza l’onere della prova è a carico unicamente di colui o coloro che pongono un nuovo o differente postulato. Poiché sino ad ora, delle migliaia di pubblicazioni scientifiche sull’ADHD, nessuna prova realmente alcunché, sarebbe persino inutile rispondere, così come non riteniamo utile rispondere (sinora) a coloro che affermano l’esistenza degli alieni sulla terra o delle streghe.

Riteniamo sarebbe opportuno abbassare i toni della polemica, riaccostando la scienza alle caratteristiche di modestia e prudenza che dovrebbero essere proprie di ogni professionista degno di questo nome.

L’allarme lanciato da molte associazioni ed enti a livello nazionale ed internazionale, scaturisce unicamente dalla constatazione dei seguenti fatti:

  • quasi undici milioni di bambini etichettati e sottoposti a trattamenti psico-farmacologici nei soli USA;
  • quasi duecento morti documentate e correlate al trattamento (82);
  • un giro di affari enorme che sostiene questo mercato.

Poiché negli USA, come abbiamo visto, è in corso una vera e propria controtendenza nella somministrazione di psicofarmaci a bambini ed adolescenti, alcune fonti critiche sostengono vi sia un enorme sforzo per trovare sostenitori dell’ADHD in nazioni ritenute secondarie, così da bilanciare ciò che in America dà i primi segni di cedimento del mercato, e l’Italia è certamente tra queste. Quindi, caso più unico che raro e che ha generato non pochi dubbi – la CUF (Commissione Unica del Farmaco) ha “sollecitato” nell’ottobre 2000 la casa produttrice del metilfenidato ad “attivarsi” per avviare le procedure per la registrazione del farmaco sul mercato italiano [83]. Inoltre, le proposte di legge attualmente in esame alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati in tema di salute mentale, contengono specifici articoli per attivare lo screening di massa dei bambini nelle scuole e “l’addestramento” degli insegnanti per tale scopo (84).

Naturalmente ai cittadini e persino ai politici, ciò viene spiegato con la necessità di aiutare i bambini e le famiglie, permettendo di individuare precocemente qualsiasi alterazione del comportamento.

Uno stato democratico e liberale dovrebbe essere “al servizio del cittadino” e attivarsi su richiesta dello stesso e non provvedere ad una “catalogazione” dei cittadini, attività peraltro già avvenuta sistematicamente in almeno due occasioni storiche (nella Germania nazista e nella Russia comunista).

Perché allora non rendiamo obbligatorie certe analisi del sangue, così da individuare tutti i portatori di alcune malattie? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima porcene un’altra: sono i cittadini che controllano lo Stato, o è lo Stato che controlla i cittadini?

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