L’ansia di una mamma può riflettersi sui figli

L’ansia di una mamma può riflettersi sui figli

L’iperattività durante l’adolescenza potrebbe essere collegata ai comportamenti della madre durante o subito dopo la gravidanza

Articolo di Corriere del Ticino, gennaio 2021

Secondo uno studio condotto dall’università di Bristol (Regno Unito) esisterebbe un legame tra l’ansia patologica – uno stato psichico che sfocia in disturbi d’ansia – della madre e l’iperattività dei figli. La ricerca, presentata a settembre 2019 al congresso dell’European College of Neuropsychopharmacology tenutosi a Copenhagen (Danimarca), ha esaminato più di 3mila casi monitorandoli attraverso l’Alspac (Avon Longitudinal Study of Parents and Children), uno studio a lungo termine che controlla la salute dei ragazzi durante la loro crescita.

I risultati di questa indagine si sono rivelati inaspettati. L’ansia della madre, infatti, sembrerebbe essere collegata all’iperattività dei figli. Non avrebbe però alcuna relazione con la disattenzione, nonostante entrambe le condizioni siano dei sintomi della cosiddetta «Sindrome da deficit di attenzione» (in inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder, contratto nella sigla ADHD). Secondo la coordinatrice della ricerca dell’università inglese Blanca Bolea, è la prima volta che una ricerca porta a risultati di questo genere. La scienziata sottolinea, in particolare, che «l’ansia patologica – che si manifesta sotto forma di sudorazione, tremori, vertigini e insonnia – può essere causa dell’iperattività dei figli durante l’adolescenza, ma non è quasi per nulla connessa ad altri sintomi dell’ADHD».

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno coinvolto 3.199 adolescenti di circa 16 anni sottoponendoli a dei test dell’attenzione. Dai dati è emerso che i figli di mamme che in vita loro hanno sofferto di disturbi d’ansia a livelli medi o alti durante la gravidanza o nei primi anni subito dopo il parto hanno presentato sintomi di iperattività doppi rispetto ai ragazzi che avevano un genitore poco ansioso. Bolea, tuttavia, dichiara che «è solamente un’associazione e non possiamo essere sicuri al 100% che sia questa la giusta chiave di lettura». Questo perché i fattori – biologici, genetici ma anche ambientali – che possono intervenire sono assai numerosi e vari. Lo studio va quindi sicuramente approfondito. Ad ogni modo, gli studiosi non si sbilanciano e non vogliono dare una spiegazione univoca sulla relazione tra ansia e iperattività: potrebbe trattarsi di una reazione inconscia all’apparizione dell’ansia della madre, ma altre cause non sono escluse.

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