Iperattività (ADHD) e bambini: troppe diagnosi. La denuncia del pediatra Carlos Gonzàles

Di Federica Baroni – fonte: Ilnostrofiglio.it

Negli ultimi anni si è visto un incremento di bambini affetti da iperattività o sindrome da deficit di attenzione (ADHD). Il pediatra spagnolo Carlos Gonzàles analizza il fenomeno e giunge a una sua conclusione: molte diagnosi sono dettate dall’incapacità della nostra società di sopportare i bambini vivaci. Il diverso, il troppo curioso vengono considerati malati e curati con farmaci potenzialmente pericolosi. 

Chi di noi genitori con bambini in età scolastica non ha sentito parlare dell’ADHD, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività?  Dopo gli Stati Uniti, anche in Europa si sente infatti sempre più citare questo disturbo del comportamento riferito a bambini vivacissimi, che sembrano incapaci di stare fermi a scuola e super agitati. 

A questo fenomeno il  pediatra  spagnolo Carlos Gonzàles, noto anche in Italia per il libro Besame mucho: come crescere i vostri figli con amore, dedica un lungo capitolo del suo libro Genitori e figli insieme (Il Leone Verde), partendo da un dubbio: non è che forse si sta diagnosticando e trattando l’iperattività con criteri eccessivamente ampi?

“L’incidenza di ADHD in età infantile in Spagna è tra il 5% e il 7%, un tasso nella media mondiale che si mantiene stabile da decenni. In realtà, il numero di diagnosi e di trattamenti farmacologici è salito alle stelle negli ultimi anni, sia in Spagna che negli Stati Uniti.” (C. Gonzales)

L’iperattività è una malattia?

Innanzitutto bisogna partire dal concetto di malattia, dice Gonzales. Che cos’è la malattia? E’ facile definire una persona malata quando  si rompe una gamba o ha un’influenza. Ma, per esempio, la calvizie si può considerare malattia? Ci sarà chi pensa che l’alopecia sia una malattia e chi che avere capelli oppure no siano due possibilità dell’essere umano. Altri ancora riterranno che l’alopecia sia normale negli uomini dopo una certa età, mentre è una malattia nei bambini e nelle donne. Un medico potrebbe argomentare che essere calvo non fa male, non è pericoloso per la salute e pertanto non è una malattia. 
Insomma essere sani o malati non è sempre oggettivo. E i medici  da decenni sono alle prese con la difficoltà di definire la malattia.

Così ci si domanda se l’iperattività è una malattia oppure no.

Considerandola malattia ci possono essere ripercussioni positive: il bambino iperattivo non è responsabile delle sue azioni e non può essere rimproverato e punito come scapestrato, ma anzi merita rispetto e aiuto.
Ma anche conseguenze negative: lo stigma sociale, difficoltà di essere ammesso a scuola, abbassamento dell’autostima, sensazione di non essere normale… E soprattutto il rischio di essere trattato con anfetamine e altri farmaci. 
Mentre un disturbo fisico si può comunque misurare in modo oggettivo, i disturbi comportamentali no. Come si fa a sapere se un bambino è più attivo e meno attento del normale. Come si misura? 

Le case farmaceutiche, denuncia Gonzàles, si danno da fare per sensibilizzare gli insegnanti a diagnosticare la malattia. Spesso si tratta di promozione di farmaci mascherata da formazione professionale. Lo stesso avviene attraverso i giornali, con articoli che trattano l’iperattività come malattia che necessita di una cura farmacologica.

Ma non si menzionano gli effetti indesiderati di questi farmaci. Basta prendere il bugiardino del metilfenidato, il farmaco usato per curare i sintomi di ADHD, e si scoprono effetti indesiderati potenzialmente gravi….Tanto per citarne uno: un paziente su 100 a seguito del farmaco può presentare idee suicide o allucinazioni. 

Perché negli ultimi anni c’è stato un aumento di bambini iperattivi?

Davanti all’aumento di diagnosi ci sono due possibilità.
1 I bambini di adesso sono iperattivi come una volta, ma un tempo non ce ne si rendeva conto e li si chiamava semplicemente monelli, piantagrane …
2 I bambini di ora sono più iperattivi di un tempo. Ma perché?
Probabilmente c’è del vero in entrambe le affermazioni. Una volta c’erano più possibilità per chi non si adattava al contesto scolastico. Oggigiorno c’è solo un’alternativa al successo: il fallimento scolastico.

Inoltre i bambini di oggi sono più agitati a causa di diversi fattori.

Un primo fattore è che i i bambini di oggi hanno sempre meno tempo per il gioco libero e per fare ciò che vogliono. Passano invece molte ore in attività organizzate dagli adulti.
Secondo, frequentano molto di più l’asilo nido. Secondo uno studio americano dell’Istituto Nazionale della Salute del Bambino e dello Sviluppo Umano: i piccoli che passano più tempo all’asilo sviluppano più problemi di aggressività.

E terzo fattore che potrebbe rendere i bambini di oggi più nervosi è la televisione.In uno studio del pediatra americano Christakis si è riscontrata una relazione tra il numero di ore passate davanti alla televisione a un anno e tre anni di età e sintomi di iperattività a 7 anni. 

Tanto che nel 2011 l’Accademia Americana di Pediatria ha suggerito che i bambini minori di due anni non guardino televisione, “Il tempo di gioco non strutturato è più prezioso per il cervello in  fase di sviluppo rispetto all’esposizione a qualunque mezzo elettronico”. 

Meglio farmaci o psicoterapia per i bimbi iperattivi?

Ma è efficace il trattamento con anfetamine? Al riguardo ci sono pochi studi. Uno ben fatto e durato decenni è quello del Multimodal Treatment Study Usa. Ad alcuni bambini sono stati somministrati farmaci e altri sono stati curati con trattamento psicologico. E’ risultato che nel lungo periodo il risultato non cambiava. I bambini trattati solo con psicoterapia hanno avuto gli stessi miglioramenti di quelli trattati farmacologicamente.

Il farmaco dell’ADHD fa andare meglio a scuola. Ma è una droga

Un altro argomento per considerare l’iperattività una malattia è che i bambini con ADHD prendono brutti voti a scuola e con le anfetamine migliorano.
Ma anche altri fattori abbassano il rendimento scolastico: la classe sociale, le aule gremite, la mancanza di aiuto dei genitori, i cattivi insegnanti… Ma questi fattori non sono considerati malattie. 

Il metilfenidato è un farmaco che aumenta la capacità di attenzione in tutti, non solo negli iperattivi. Ed è incluso dal ministero della Sanità spagnolo come una delle droghe emergenti.
Il giornalista  Alan Schwarz in un articolo per il New York Times denuncia come alcuni studenti abbiano simulato di essere affetti da ADHD solo per avere il farmaco, in modo  da avere un sostegno per preparare gli esami. 

Negli Usa la diagnosi di iperattività cambia molto da Stato a Stato. Ed emerge che l’incidenza più alta si ha nei contesti poveri. In un altro articolo Schwarz mette in luce come alcuni medici americani prescrivono anfetamine ai pazienti più poveri nel tentativo di evitare il fallimento scolastico e offrire così loro l’opportunità di frequentare scuole  superiori. Se non si può modificare il contesto ambientale, si modifica il ragazzo.
Il sovrintendente di un distretto scolastico in California afferma che le diagnosi di ADHD sono aumentate con l’abbassarsi dei fondi destinati all’istruzione. 

L’iperattività predispone l’adolescente al consumo di droghe?

Un altro motivo per cui  l’iperattività si cura come una malattia è che sembra predisporre al consumo e all’abuso di droghe illegali.
Ma questo si spiega non perché è una malattia, ma perché l’iperattività porta l’adolescente a “provare cose nuove” o piuttosto perché in una società che pretende bambini tranquilli, l’iperattivo entra in conflitto con i genitori e la scuola e questo lo costringe alla marginalità?
“Viviamo in una società in cui si può togliere una medaglia a un atleta professionista per aver preso una pillola per correre di più, ma che è capace di somministrala a un bambino di sei anni perché stia più attento a lezione” scrive Gonzàles. 

Lo sport e il movimento fisico aiutano davvero i bambini iperattivi

Vari studi eseguiti negli ultimi anni indicano che l’esercizio fisico può migliorare i sintomi dell’ADHD. Infatti l’esercizio fisico agisce sulle medesime strutture cerebrali stimolate dall’anfetamina. L’esercizio migliora l’attenzione degli scolari.
Per tranquillizzare un bambino non servono attività tranquille, ma movimenti per scaricarsi e bruciare tutte le energie. Leggi anche: Bambino iperattivo? La ginnastica di mattina potrebbe aiutare

Oggi si sopportano meno i comportamenti vivaci dei bambini

In Spagna il premio Nobel e grande scienziato Santiago Ramòn y Cajal era un bambino iperattivo. Ma cosa sarebbe diventato questo grandissimo medico se da bambino fosse stato trattato con metilfenidato? Stiamo parlando di un farmaco che può cambiare la vita e il destino di una persona… avrebbe perso quell’eccesso di vivacità, l’irrequietezza che lo portò ad addentrarsi in territori mai calpestati, a vedere ciò che nessuno aveva mai visto prima di lui?

Lo stesso scienziato dice nella sua autobiografia che la soluzione non sta nel cambiare i bambini, ma la scuola. “Questo esempio fa pensare che la nostra società sta perdendo la capacità di comprendere, direi quasi di sopportare i bambini. Cose che qualche tempo fa erano considerate semplici ragazzate oggi si considerano gravi problemi di comportamento.
E forse è questa la causa principale dell’epidemia di iperattività: genitori e insegnanti non tollerano  come un tempo il comportamento normale dei bambini” dice Gonzàles.

“Sono sicuro che esistano bambini con un problema effettivo di iperattività  e che hanno bisogno di una cura, non necessariamente farmacologica. Ma non ho dubbi sul fatto che ci sia una sovradiagnosi. Bambini a volte molto dotati, che si annoiano a lezione, bambini con problemi fisici, come una sordità non riconosciuta, bambini sani e normali semplicemente un po’ più vivaci trasformati tutti in malati di ADHD.
Oggi la società impone l’uniformità a qualunque costo. Si vogliono tutti i bambini uguali e il diverso, il vivace, il troppo curioso, fa paura a genitori e insegnanti.

 

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