ADHD E… MEDITAZIONE? SCOPRIAMOLO CON UN LIBRO

giù le mani dai bambini news

A seguire, un estratto dal libro “Giù le mani da Pierino. Accompagnamento empatico dei bambini affetti da ADHD (sindrome da iperattività e deficit da attenzione)” di Emilia Costa e Daniela Muggia per AMRITA Edizioni.

L’ADHD è la sindrome di Deficit di attenzione e Iperattività che rende la vita durissima a bambini, genitori insegnanti, e la cui realtà è oggi molto discussa. Intanto, si sottopongono i piccoli a pesanti e rischiose terapie a base di psicofarmaci. E se ci fosse un altro modo, non invasivo, di aiutarli? Ad esempio con semplici ma efficaci esercizi di meditazione…

Per tutte le informazioni, e l’acquisto del libro, ti rimandiamo alla pagina dedicata, sul sito dell’editrice: http://www.amrita-edizioni.com/600327_gi%C3%B9-le-mani-da-pierino-accompagnamento-empatico-dei-bambini-affetti-da-adhd-sindrome-da-iperattivit%C3%A0-e-deficit-da-attenzione.html

 

Meditazione Trascendentale

 

Possiamo definire la Meditazione Trascendentale, o MT, come uno stato di attenzione insieme rilassata e vigile. L’oggetto di questa attenzione è una parola o una frase, ossia un mantra, che viene ripetuto durante il quieto periodo di meditazione. Quando la mente si acquieta, essa trascende l’attività concettuale più intensa e sperimenta un profondo silenzio, e anche il corpo entra in uno stato di grande rilassamento. Si crea così una quiete fisica e mentale che un bambino che soffre di ADHD raramente riesce a sperimentare, e che produce anche cambiamenti fisiologici e neuropsicologici: questo stato, contemporaneamente vigile e rilassato, crea un numero sempre maggiore di collegamenti neuronali nelle aree frontali del cervello, quelle che controllano le azioni impulsive, la capacità di discernere e le relazioni con gli altri. Ciò significa che più parti del cervello lavoreranno insieme, comunicando in modo più armonioso ed efficiente, il che a sua volta rafforzerà i circuiti cerebrali.

La ricerca scientifica sull’influenza della MT sui bambini che soffrono di ADHD dimostra che pochi minuti di pratica della Meditazione Trascendentale due volte al giorno influiscono positivamente su:

.            • attenzione;

.            • capacità di controllare gli impulsi;

.            • capacità di risolvere i problemi;

.            • capacità organizzative;

.            • risultati scolastici;

.            • stress, ansia e rabbia.

 

Studi & ricerche

I circa 600 studi, di cui più di 350 peer reviewed[1], fanno della MT una delle forme di meditazione maggiormente sottoposte ad indagine.

1. Fra gli studi più recenti, è di particolare interesse quello sul Funzionamento del cervello con ADHD e la pratica della MT, condotto nel 2011 da Travis, Grosswald e Stixrud[2].

Il campione era formato da 18 studenti fra gli 11 e i 14 anni, tutti con una diagnosi di ADHD e tutti allievi di una scuola statunitense per bambini con difficoltà di linguaggio.

Lo studio ha dimostrato che la pratica della MT per sei mesi ha migliorato in loro il funzionamento del cervello, le capacità di elaborazione e le abilità basate sul linguaggio.

Gli strumenti di misura sono stati l’elettroencefalogramma e un test di fluidità verbale che implicava funzioni esecutive di alto livello (tipo le elaborazioni simultanee e il sistematico recupero di conoscenze) richiedenti componenti cognitive fondamentali, fra cui il possesso di un certo vocabolario, abilità ortografiche e attenzione.

L’EEG è stato eseguito mentre gli studenti erano dediti a un impegnativo compito visivo-motorio fondato sull’uso di un computer, la cui riuscita richiedeva attenzione, focalizzazione, memoria e controllo dell’impulsività; ciò ha permesso di studiare il rapporto tra onde theta e beta, elemento che permette una diagnosi accurata della ADHD, secondo alcuni studi precedenti. Ricordiamo, qui, che le onde theta che vanno dai 4 ai 5 Hz sono di solito associate al sognare ad occhi aperti, alla sonnolenza, insomma a stati mentali privi di focalizzazione, e quelle tra i 6 e gli 8 Hz compaiono quando ci si focalizza su compiti mentali interiori, come elaborare, identificare e associare dei ricordi.

In un individuo normale, durante lo svolgimento di un compito, il cervello inibisce le informazioni non rilevanti per quel compito al fine di non causare distrazioni, e abbastanza sorprendentemente questa funzione è persino maggiore negli individui con ADHD, dove prevale l’attivi-tà theta. In compenso, le onde beta (dai 14 ai 30 Hz), preposte alla focalizzazione, sono inferiori al normale, il che danneggia la capacità di concentrarsi a lungo su un dato compito.

Questo squilibrato rapporto, così come la fluidità verbale, è migliorato con la MT già nei primi tre mesi di addestramento, migliorando di conseguenza sia i processi cognitivi che le abilità esecutive. I risultati sono poi stati confermati anche dal gruppo di controllo, che ha iniziato l’addestramento 3 mesi dopo il gruppo di sperimentazione. La cosa significativa è che, a 6 mesi dall’inizio dell’adde-stramento, lo squilibrio del rapporto tra onde theta e beta si era ridotto del 48%, quando i farmaci lo possono ridurre solo del 3%, e il neurofeedback[3] del 25%; si è inoltre registrato un +30% di funzionamento integrato e armonioso

del cervello.

Quando si è sotto stress è difficile fare le cose per bene, perché lo stress interferisce con le nostre capacità di apprendimento e ottunde il cervello, compromettendo funzioni esecutive quali attenzione, memoria, organizzazione, integrazione, inibizione e flessibilità mentale; visto che precedenti studi avevano indicato nella MT un metodo capace di migliorare le funzioni cognitive e ridurre stress e ansia in un campione generico, i ricercatori si sono chiesti se questo potesse accadere anche in bambini con ADHD, magari riducendone i sintomi, ed è precisamente quello che hanno dimostrato con questo studio, giungendo alla conclusione che, data la facilità di apprendimento ed esecuzione, potrebbe trattarsi di un tipo di meditazione particolarmente adeguata in questi casi.

L’esperienza di rilassata vigilanza che essa produce è associata ad una maggiore attività metabolica nelle zone frontali e parietali del cervello, preposte alla vigilanza, e a una riduzione dell’attività metabolica del talamo, il che regola l’eccitazione e l’iperattività.

Come in ogni altra forma di addestramento meditativo, la regolarità della pratica fa sì che lo stato conseguito si manifesti anche al di fuori delle sedute di meditazione, consentendo ai bambini con ADHD di svolgere i compiti loro assegnati: praticamente la MT li addestra nello stato opposto a quello dell’ADHD, e il loro cervello impara a fare uso, anche al di fuori delle sedute, del nuovo rapporto fra le varie frequenze cerebrali misurato durante la meditazione, migliorando le funzioni esecutive, la fluidità del linguaggio e rendendo più efficiente il processo cognitivo. Il tutto senza gli effetti collaterali dei medicinali, quali disturbi del sonno, scarso appetito, perdita di peso, arresto della crescita, disturbi dell’umore, che poi, per essere curati, richiedono altri farmaci, perlopiù non adatti ai bambini, e a lungo termine sospetti di favorire un rischio maggiore di problemi cardiaci e morte improvvisa, danni al fegato, eventi psichiatrici, nonché tassi maggiori di delinquenza in età adulta, uso di sostanze stupefacenti e ritardi nella crescita, come segnalano uno studio del 2010 promosso dal ministero della Salute dell’Australia Occidentale[4]e parecchie altre ricerche[5].

I risultati dello studio di Travis, Grosswald e Stixrud sono stati confermati dai genitori dei bambini testati, chiamati a valutare cinque parametri: la capacità dei loro figli di focalizzarsi sui compiti a casa, le loro capacità organizzative, l’abilità di lavorare in modo indipendente, la felicità e la qualità del sonno.

Ecco alcuni passi interessanti tratti da un’intervista a Sarina Grosswald, coautrice dello studio sopra menzionato[6]:

«Qual è la causa dell’ADHD?»
«Il cervello è costituito da milioni di cellule che continuamente comunicano tra loro, mandando segnali attraverso gli spazi che esistono tra le cellule. I messaggeri che portano questi segnali, come la dopamina, la norepinefrina e la serotonina, sono chiamati neurotrasmettitori, sostanze chimiche prodotte dalle cellule cerebrali che servono per regolare tra l’altro l’iperattività, l’impulsività, la mancanza di attenzione, le emozioni e la depressione. Lo squilibrio di queste sostanze chimiche può causare disturbi del funzionamento cerebrale che normalmente sono considerati sintomi di ADHD».

«Quindi i farmaci per la cura dell’ADHD lavorano su queste sostanze chimiche del cervello?»
«Esatto. Gli ingredienti attivi utilizzati normalmente nei farmaci per l’ADHD, come il Ritalin®, l’Adderall® e il Concerta®, sono delle anfetamine. Le anfetamine aumentano artificialmente la quantità di certi neurotrasmettitori nel cervello, accelerandone il funzionamento. Questo meccanismo rende più attive le aree frontali, perlomeno mentre il farmaco è in azione».

«Questo significa che in realtà il farmaco non cura il disturbo ma si limita a controllarlo temporaneamente. I farmaci hanno altri effetti sul cervello?»
«Sì, e questo è molto preoccupante. Le medicine inondano di neurotrasmettitori il cervello, che a sua volta potrebbe convincersi di non avere più bisogno di produrli. Questa situazione potrebbe stimolare il cervello a reprimere la crescita e lo sviluppo naturale delle cellule cerebrali che creano la rete di neuroni. Il cervello giovane potrebbe non avere mai la possibilità di svilupparsi spontaneamente e di raggiungere un funzionamento maturo».

«Quali sono i risultati della ricerca che lei e il dottor William Stixrud avete fatto su ragazzini affetti da ADHD che praticavano la Meditazione Trascendentale?»
«L’anno scorso il dottor Stixrud e io abbiamo condotto uno studio in una scuola di Washington con dei ragazzini affetti da ADHD e da diversi disturbi dell’apprendimento, che praticavano a scuola la Meditazione Trascendentale due volte al giorno in sedute da dieci minuti, insieme ai loro insegnanti. Gli insegnanti hanno riferito che i bambini erano meno stressati e più aperti all’apprendimento rispetto a prima di imparare la MT. Si verificavano meno episodi di rabbia, litigi e aggressività. Gli stessi bambini hanno affermato di essere diventati più capaci di mantenere l’attenzione e più indipendenti nell’assolvere i propri doveri, come fare i compiti a casa. Anche le funzioni esecutive sono migliorate. Usando metodologie di verifica validate, abbiamo constatato miglioramenti nell’organizzazione e pianificazione, nella risoluzione dei problemi, nell’esecuzione dei compiti, nell’attenzione e nella memoria».

«È difficile per i bambini con ADHD imparare a meditare?»
«La Meditazione Trascendentale è così semplice e priva di sforzo che anche i bambini e gli adulti con ADHD possono praticarla facilmente. Non richiede concentrazione o controllo della mente, né l’adesione a una filosofia o a una religione, né cambiamenti del proprio stile di vita. Il solo fatto che questi bambini siano riusciti a restare seduti quietamente per dieci minuti è già stato un grande cambiamento per loro. Non è che cercassero di restare tranquilli, è che lo diventavano facilmente e in modo naturale».

«Cos’altro ha notato nei bambini che praticavano la MT?»
«Abbiamo visto una riduzione significativa dello stress. Spesso i bambini che soffrono di ADHD sono stressati. Tutti i ragazzini del nostro studio, tra gli 11 e i 14 anni, hanno detto di sapere cosa fosse lo stress e che si sentivano stressati. Vedere un ragazzino di quell’età che soffre di stress è una cosa che spezza il cuore».

«Come si comporta un bambino stressato?»
«I bambini stressati tendono a soffrire in silenzio. Non dicono a nessuno che si sentono stressati, e gli adulti raramente fanno loro questa domanda. Però lo si può notare dal loro comportamento. Il bambino può chiudersi in se stesso, diventare difficile o non essere capace di controllare la propria rabbia. Questi sono i sintomi ai quali dobbiamo prestare attenzione. Nel nostro studio molti di loro hanno mostrato una riduzione dello stress pari o superiore al 50%. È stato bello sentirli descrivere, in seguito, quanto si sentissero più rilassati, meno stressati e, cosa ancora più importante, quanto fossero più felici».

2. In un video riferito a uno studio precedente quello appena riportato[7], i Pierini di turno, affetti da ADHD, ci raccontano com’erano prima di dedicarsi alla Meditazione Trascendentale per tre mesi, e come sono diventati in seguito a tale addestramento, che descrivono come una cosa facile, godibile, che li ha resi più felici, meno stressati, più calmi e più bravi nel concentrarsi su compiti e lezioni.



[1] Nell’ambito della ricerca scientifica la valutazione tra pari, o revisione paritaria (meglio nota con il termine inglese di “peer review”) indica la procedura di selezione degli articoli o dei progetti di ricerca una valutazione eseguita da specialisti del settore per verificarne l’idoneità alla pubblicazione scientifica su riviste specializzate o, nel caso di progetti, al finanziamento. Pubblicazioni e progetti di ricerca che non siano stati oggetto di una revisione dei pari non sono generalmente considerati scientificamente validi dai ricercatori e dai professionisti del settore; hanno tuttavia, a volte, la valenza di studi-pilota se particolarmente innovativi.

[2] F. Travis, S. Grosswald, W. Stixrud, “ADHD Brain Functioning and Transcendental Meditation Practice”, in Mind & Brain, The Journal of Psychiatry, vol. 2, n. 1, luglio 2011; disponibile in inglese all’indirizzo < goo.gl/Pyw4HA >.

[3] Il neurofeedback è un procedimento finalizzato ad applicare i principi del biofeedback all’automodulazione di alcune funzioni del sistema nervoso centrale. Tale autocontrollo viene facilitato tramite le informazioni derivanti dall’elettroencefalogramma elaborato da un computer, per cui è un sistema costoso e poco agevole. Il computer visualizza con un ritardo di pochi millisecondi l’elettroencefalogramma del soggetto, fornendogli così un “feedback” in tempo reale dei suoi processi elettroneurofisiologici, ed aiutandolo nel provare a modularli. Quando la modificazione avviene nella “direzione” voluta, il soggetto viene “rinforzato positivamente” (ad esempio, con un suono). In questo modo, grazie ad un esercizio continuativo, dovrebbe essere possibile praticare regolarmente questa forma di automodulazione.

[4] Il comunicato stampa governativo, dal titolo Study raises questions about long-term effect of ADHD medication, datato 17 febbraio 2010, è disponibile a questo link: < http://www.health.wa.gov.au/press/view_press.cfm?id=884 >.

[5] Cfr. la prefazione di Luca Poma a questo libro e il sito < http://www.giulemanidaibambini.org/ > per essere aggiornato sugli studi in materia.

[6] L’intervista è disponibile integralmente in italiano su: < http://www.scuolasenzastress.it/adhd-meditazione-trascendentale >

[7] Il video, in inglese, è visibile su: < http://www.eurekalert.org/multimedia/pub/11506.php >.

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