Psicofarmaci e bambini

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PREMIATA AL SENATO DELLA REPUBBLICA L’ATTENZIONE ALLA SALUTE DEI BAMBINI

Il Public Affair Award è un prestigioso premio alle eccellenze nel settore della sanità e salute.

Di Elvira Paracini – tratto da: Il Faro

Il Comitato “GIÙ LE MANI DAI BAMBINI”, – portavoce dr Luca Poma-, al quale è collegata la nostra realtà, Istituto di psicologia INGEGNERI  DELLA COMUNICAZIONE, è stato premiato tra le eccellenze alla Sala Capitolare del Senato con  il “Public Affari Award 2011” per l’alto valore e l’eccellenza della Campagna Nazionale svolta a tutela della salute dei bambini.

Anche la redazione e la testata del Faro, che ha lo stesso tipo di sensibilità, è stata orgogliosa di aver contribuito alla Campagna informativa per rendere consapevoli e informati famiglie, insegnanti, professionisti.

La comunione d’intenti con il Comitato “Giù le mani dai bambini”, a favore della farmacovigilanza pediatrica, contro l’utilizzo disinvolto di psicofarmaci in età infantile, particolarmente quelli “etichettati” iperattivi e con deficit di attenzione, ci ha portato, in qualità di operatori a sostenerlo per proporre, come Istituto di psicologia, una scelta “senza farmaci” possibile.

Ci sono alcuni bambini che hanno difficoltà di attenzione a scuola, si distraggono facilmente non riescono a stare fermi, scrivono in piedi, parlano continuamente, hanno difficoltà ad addormentarsi.   Il confine fra troppa vivacità e iperattività non è così netto, e occorre riconoscere la personalità vivace da un disturbo di comportamento. Inoltre la sindrome “ADHD”viene diagnostica attraverso dei questionari troppo generici. I farmaci prescritti, (il Ritalin o lo Stattera), di cui vi è un’ampia letteratura in America, in alcuni casi anche molto drammatica, sono stati sdoganati dall’AIFA anche in Italia. E ora si tenta di proporne uno nuovo che alla base ha una sostanza ipertensiva.

Abbiamo chiesto al Presidente dell’Istituto, dott. Armando Ingegnieri, le cause dei comportamenti “difficili” dei bambini. Secondo l’esperienza del nostro esperto psicologo, possiamo affermare che, il bambino con queste caratteristiche vive un disagio che non sa spiegare, un’irrequietezza motoria permanente. La causa è la paura. Una paura che si trasforma in alto livello di ansia, che non consente al bambino di svolgere le attività quotidiane e che diventa assolutamente ingestibile anche da chi gli sta vicino.

Non vi è gioia possibile nel movimento nel bambino iperattivo ma costrizione del comportamento, non c’è divertimento o rilassamento ma ansia.  Un’ansia che, nell’esperienza dell’Istituto non va sedata con i farmaci, ma sulla quale si può intervenire, risolvendola in tempi molto brevi.

Il modo con cui opera l’Istituto, infatti, tiene conto della struttura emotiva del bambino decodificata dai parametri del secondo cervello, e inoltre del peso del trauma o delle emozioni di paura durature nel tempo, che si sono incastonate nel suo sistema emotivo. Il bambino torna in un equilibrio emotivo e del pensiero logico, torna a essere un bambino che sperimenta gioia e allegria nelle attività quotidiane senza quell’irrequietezza obbligata.

Il modo di operare consente di ottenere un immediato risultato positivo che si amplifica a ogni incontro fino ad arrivare allo stato di benessere auspicato. Così ci si può meravigliare di incontrare quel bambino che poco tempo fa era ingestibile agli occhi di tutti, e trovarlo sereno e tranquillo. Rendiamo l’idea con alcuni casi trattati con successo dal dr Armando Ingegneri:

A. era un bambino definito terribile anche dalla famiglia. Quando era con i genitori alla semplice richiesta di stare in un luogo si sentiva fremere le gambe: doveva scappare fino a che la brutta sensazione non gli fosse passata. A nulla valevano i rimproveri, le minacce di castigo, le vie di fatto che spesso erano molte concrete dato che i genitori erano fortemente esasperati.  A scuola le difficoltà erano di altro tipo: riusciva a stare nei banchi ma impossibile tenere l’attenzione. Sono trascorsi pochi mesi e A., è ora un bambino sereno che riesce stare fermo e in grado di tenere la giusta attenzione a scuola.

Il caso di M., invece era ancora più estremo, ed ha rasentato una tragedia familiare. Aveva sviluppato una fobia così elevata verso la paura delle malattie che aveva il terrore di contrarle anche camminando in strada e cambiava direzione quando doveva passare a fianco di un cassonetto della spazzatura. Si faceva lavare sul letto dove dormiva, con una bacinella. A casa avevano svuotato il frigo da ogni cosa e lui lo usava per vestirsi e spogliarsi, ritenendo che il freddo lo avrebbe protetto dai microbi. Quando sono arrivati in studio, i genitori erano totalmente prostrati, senza speranze, dopo diversi tentavi andati male, che quasi avevano rinunciato alla vita. Dopo circa una trentina d’incontri, il bambino, che era un vero caso disperato, ha ora ripreso la sua regolare vita come tutti gli altri ragazzi. Tanto che ora, oltre a rotolarsi a terra quando gioca a pallone, si offre volontario alla mamma per andargli a buttare la spazzatura!!

Tutto quanto porta a una riflessione: quando i genitori hanno un problema con i figli, è bene che non si fermino alla prima soluzione esterna (pillola), ma che si pongano anche alla ricerca di chi è in grado di dare  le risposte necessarie per aiutare lo sviluppo di quel tipo di bambino in base ad uno stile a lui adeguato, senza in nessun caso etichettarlo.

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