Il mio piccolo genio

giù le mani dai bambini news

Dal blog della psicologa Elisabetta Rotriquez

In psicologia quando si parla di minori spesso si tende a confrontarsi esclusivamente con problemi o difficoltà, ma esistono anche altre realtà come quella dei bambini con particolari talenti. Ad esempio un bambino che a 3 anni già dimostra di conoscere i numeri, saper leggere, avere un linguaggio ricco, essere curioso e manifestare interesse verso la musica, l’arte o altre materie, probabilmente è un bimbo plusdotato. Un bambino/ragazzo viene definito plusdotato quando ha uno sviluppo cognitivo superiore allo sviluppo normale per un bambino della sua età.
È importante riconoscere per tempo un bambino plusdotato in modo tale che le caratteristiche di personalità vadano di pari passo con le condizioni ambientali in cui sta crescendo per esprimere appieno il suo potenziale. Può capitare che questi bambini siano incompresi in quanto, ad esempio a scuola, apprendendo molto prima degli altri e in modo più agevole, nel tempo rimanente tendono ad agitarsi e a distrarsi. Ciò si verifica anche perché il programma di studio può rivelarsi troppo semplice per loro. Capita che talvolta essi vengano diagnosticati come bambini affetti da sindrome d’attenzione e iperattività fuorviando inizialmente anche una persona esperta. Tale confusione si può comunque mettere da parte, osservando il comportamento del minore plusdotato quando si affronta un argomento nuovo e stimolante: a quel punto egli si concentra totalmente su quanto di nuovo può apprendere. Questi bambini imparano in modo intuitivo, creativo, non seguendo sequenze ordinate e organizzate come i compagni di classe.
Questo talento cognitivo è misurabile attraverso il Quoziente Intellettivo (QI) che nella media delle persone si assesta attorno ad un valore compreso tra 85 e 115. I bambini ad alto potenziale cognitivo hanno un QI tra 125-130 e 160. Il bimbo plusdotato è spesso un bambino difficile che ha incontrato da subito problemi d’integrazione a scuola. In classe, egli spesso evita di farsi notare troppo; consapevole della sua differenza, cerca di nasconderla facendo a volte volontariamente degli errori. Egli non ama imparare a memoria, è raramente un bravo studente. Contando esclusivamente sulla sua memoria, manca di metodo e di organizzazione, è insaziabile sugli argomenti che lo appassionano e cambia frequentemente le sue aree d’interesse (Associazione Svizzera per i bambini ad alto potenziale cognitivo).
I suoi talenti possono toccare sfere diverse: musica, matematica, creatività, ecc. Alcuni ricercatori affermano che circa l’8-10% della popolazione di studenti sono bambini plusdotati. Per loro è importante poter usufruire di programmi ad hoc o comunque, come avviene in altri Paesi, seguire il programma di classi avanzate, essere supportati da uno psicologo se necessario e frequentare scuole speciali. L’importante è non soffocare questi talenti, ma imparare a valorizzarli in quanto possono essere un risorsa per tutti.
Ecco in sintesi 7 indizi per capire quando ci si trova davanti ad un bimbo plusdotato di 3-4 anni (Corriere della Sera, 4 settembre 2009):
1)      dopo aver ascoltato una fiaba due o tre volte, ricorda tutto a memoria e interrompe per correggere se viene modificata una frase o una parola;
2)      memorizza con estrema facilità i luoghi e i percorsi: ad esempio riesce a ricostruire ed anticipare la strada da casa alla scuola materna;
3)      comprende i sentimenti degli altri e si identifica con loro: quando vede un altro bambino che piange o sta male, gli si avvicina, gli chiede come va, si siede al suo fianco;
4)      non si accontenta delle risposte secche, del tipo “è così e basta”: chiede di sapere il perché di un avvenimento, a volte polemizza sulla motivazione che gli viene data;
5)      ha un lessico molto ricco, sa utilizzare bene i verbi, parla con grande proprietà di linguaggio: varia molto gli aggettivi, conosce un numero elevato di parole;
6)      se sta facendo qualcosa che gli interessa, è molto difficile distrarlo. Ha una grande capacità di concentrazione e anche un senso di responsabilità elevato: “se mi sono preso un impegno devo portarlo a termine”;
7)  se gli viene chiesto di rifare o ristudiare qualcosa che ha già imparato prima, dimostra noia o disinteresse: non perché non abbia voglia di impegnarsi, ma perché gli sembra inutile.
Questi bambini speciali hanno un grande bisogno di complessità, pertanto si demotivano facilmente davanti a problemi troppo facili, mentre sono stimolati da una sfida intellettuale che per altri sarebbe irraggiungibile. È fondamentale che siano sostenuti e incoraggiati dagli insegnanti e dalla famiglia. Al fine di svilupparne al massimo il potenziale si possono considerare varie soluzioni, tenendo conto della personalità e della maturità del bambino. È possibile quindi modificare il programma di studi attraverso: accelerazione, arricchimento e approfondimento. L’accelerazione consiste nel rispettare il ritmo di sviluppo intellettuale del ragazzo.
Si realizza nel salto di classe di un anno o di due anni per un giovane con un QI superiore a 145. L’arricchimento permette all’allievo un maggiore accesso alle informazioni, permettendogli di colmare la sua curiosità intellettuale, aumentare le discipline o gli argomenti di studio. L’approfondimento comporta lo studio più completo degli argomenti trattati nel programma “ufficiale”. Si tratta quindi di andare a fondo delle cose in una determinata area (Associazione Svizzera per i bambini ad alto potenziale cognitivo).
È importante che questi bambini abbiano la possibilità di sviluppare il loro potenziale. Pertanto prima si riesce a riconoscere un bambino plusdotato, tanto più egli si realizzerà ed avrà la possibilità di vivere in armonia con se stesso e con gli altri, mettendo al servizio della società il suo talento.
In psicologia quando si parla di minori spesso si tende a confrontarsi esclusivamente con problemi o difficoltà, ma esistono anche altre realtà come quella dei bambini con particolari talenti. Ad esempio un bambino che a 3 anni già dimostra di conoscere i numeri, saper leggere, avere un linguaggio ricco, essere curioso e manifestare interesse verso la musica, l’arte o altre materie, probabilmente è un bimbo plusdotato. Un bambino/ragazzo viene definito plusdotato quando ha uno sviluppo cognitivo superiore allo sviluppo normale per un bambino della sua età.
È importante riconoscere per tempo un bambino plusdotato in modo tale che le caratteristiche di personalità vadano di pari passo con le condizioni ambientali in cui sta crescendo per esprimere appieno il suo potenziale. Può capitare che questi bambini siano incompresi in quanto, ad esempio a scuola, apprendendo molto prima degli altri e in modo più agevole, nel tempo rimanente tendono ad agitarsi e a distrarsi. Ciò si verifica anche perché il programma di studio può rivelarsi troppo semplice per loro. Capita che talvolta essi vengano diagnosticati come bambini affetti da sindrome d’attenzione e iperattività fuorviando inizialmente anche una persona esperta. Tale confusione si può comunque mettere da parte, osservando il comportamento del minore plusdotato quando si affronta un argomento nuovo e stimolante: a quel punto egli si concentra totalmente su quanto di nuovo può apprendere. Questi bambini imparano in modo intuitivo, creativo, non seguendo sequenze ordinate e organizzate come i compagni di classe.
Questo talento cognitivo è misurabile attraverso il Quoziente Intellettivo (QI) che nella media delle persone si assesta attorno ad un valore compreso tra 85 e 115. I bambini ad alto potenziale cognitivo hanno un QI tra 125-130 e 160. Il bimbo plusdotato è spesso un bambino difficile che ha incontrato da subito problemi d’integrazione a scuola. In classe, egli spesso evita di farsi notare troppo; consapevole della sua differenza, cerca di nasconderla facendo a volte volontariamente degli errori. Egli non ama imparare a memoria, è raramente un bravo studente. Contando esclusivamente sulla sua memoria, manca di metodo e di organizzazione, è insaziabile sugli argomenti che lo appassionano e cambia frequentemente le sue aree d’interesse (Associazione Svizzera per i bambini ad alto potenziale cognitivo).
I suoi talenti possono toccare sfere diverse: musica, matematica, creatività, ecc. Alcuni ricercatori affermano che circa l’8-10% della popolazione di studenti sono bambini plusdotati. Per loro è importante poter usufruire di programmi ad hoc o comunque, come avviene in altri Paesi, seguire il programma di classi avanzate, essere supportati da uno psicologo se necessario e frequentare scuole speciali. L’importante è non soffocare questi talenti, ma imparare a valorizzarli in quanto possono essere un risorsa per tutti.
Ecco in sintesi 7 indizi per capire quando ci si trova davanti ad un bimbo plusdotato di 3-4 anni (Corriere della Sera, 4 settembre 2009):
1)      dopo aver ascoltato una fiaba due o tre volte, ricorda tutto a memoria e interrompe per correggere se viene modificata una frase o una parola;
2)      memorizza con estrema facilità i luoghi e i percorsi: ad esempio riesce a ricostruire ed anticipare la strada da casa alla scuola materna;
3)      comprende i sentimenti degli altri e si identifica con loro: quando vede un altro bambino che piange o sta male, gli si avvicina, gli chiede come va, si siede al suo fianco;
4)      non si accontenta delle risposte secche, del tipo “è così e basta”: chiede di sapere il perché di un avvenimento, a volte polemizza sulla motivazione che gli viene data;
5)      ha un lessico molto ricco, sa utilizzare bene i verbi, parla con grande proprietà di linguaggio: varia molto gli aggettivi, conosce un numero elevato di parole;
6)      se sta facendo qualcosa che gli interessa, è molto difficile distrarlo. Ha una grande capacità di concentrazione e anche un senso di responsabilità elevato: “se mi sono preso un impegno devo portarlo a termine”;
7)  se gli viene chiesto di rifare o ristudiare qualcosa che ha già imparato prima, dimostra noia o disinteresse: non perché non abbia voglia di impegnarsi, ma perché gli sembra inutile.
Questi bambini speciali hanno un grande bisogno di complessità, pertanto si demotivano facilmente davanti a problemi troppo facili, mentre sono stimolati da una sfida intellettuale che per altri sarebbe irraggiungibile. È fondamentale che siano sostenuti e incoraggiati dagli insegnanti e dalla famiglia. Al fine di svilupparne al massimo il potenziale si possono considerare varie soluzioni, tenendo conto della personalità e della maturità del bambino. È possibile quindi modificare il programma di studi attraverso: accelerazione, arricchimento e approfondimento. L’accelerazione consiste nel rispettare il ritmo di sviluppo intellettuale del ragazzo.
Si realizza nel salto di classe di un anno o di due anni per un giovane con un QI superiore a 145. L’arricchimento permette all’allievo un maggiore accesso alle informazioni, permettendogli di colmare la sua curiosità intellettuale, aumentare le discipline o gli argomenti di studio. L’approfondimento comporta lo studio più completo degli argomenti trattati nel programma “ufficiale”. Si tratta quindi di andare a fondo delle cose in una determinata area (Associazione Svizzera per i bambini ad alto potenziale cognitivo).
È importante che questi bambini abbiano la possibilità di sviluppare il loro potenziale. Pertanto prima si riesce a riconoscere un bambino plusdotato, tanto più egli si realizzerà ed avrà la possibilità di vivere in armonia con se stesso e con gli altri, mettendo al servizio della società il suo talento.
NOTA della redaizone di GiùleManidaiBambini: Il nostro Comitato è tra i fondatori del Netork “Ulisse”, coordinamento di università ed enti che operano per l’individuazione e la valorizzazione della plusdotazione infantile

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