Psicofarmaci, i giovani ne abusano aumenta l’uso di ecstasy e anfetamine

È il quadro allarmante che emerge dal’ultimo studio sulla popolazione studentesca di Espad (European school survey on alcohol and other drugs), realizzato in Italia dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), che segnala come circa il 15,4 per cento dei ragazzi prende psicofarmaci senza alcuna prescrizione medica. Un far-west dell’automedicazione

Fonte: Repubblica.it

Sempre di più gli adolescenti che assumono psicofarmaci. E sempre di più coloro che lo fanno in modalità “fai da te”. È allarmante il quadro che emerge dal’ultimo studio sulla popolazione studentesca di Espad (European school survey on alcohol and other drugs), realizzato in Italia dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), che segnala come circa il 15,4 per cento dei ragazzi prende psicofarmaci senza alcuna prescrizione medica. E oltre la metà – il 52 per cento – di coloro a cui sono stati prescritti continuano ad assumerli in seguito senza un controllo sanitario. Un vero e proprio far-west dell’automedicazione, quindi, facilitato da quello sconfinato supermercato dei farmaci che Internet mette a disposizione.
Un campione di 45 mila ragazzi. L’indagine, condotta su un campione di 45mila ragazzi provenienti da oltre 500 scuole fra medie e superiori di tutta la penisola, rileva altri dati preoccupanti. Anzitutto, l’aumento dei consumatori di cannabis, con cui i ragazzi entrano in contatto in media all’età di 15 anni. Nel 2012 dichiarano di averne fatto uso almeno una volta nella vita e negli ultimi dodici mesi rispettivamente il 28% e il 22% degli intervistati, contro il 27,5% e il 21,5% del 2011. Un incremento che pone l’Italia cinque punti sopra la media europea. Altro aumento, seppur lieve, è quello che riguarda l’assunzione di stimolanti, come ecstasy e anfetamine: 3,8% nella vita e 2,6% nell’ultimo anno, contro 3,6% e 2,4% del precedente sondaggio. Ampliando il quadro, il rapporto Espad-Italia stima che nel 2012, “su una popolazione scolastica di 2,5 milioni di ragazzi, oltre 500 mila abbiano consumato cannabis, poco più di 60 mila cocaina e 30 mila oppiacei. Mentre i consumatori di allucinogeni e stimolanti sono circa 60 mila per ciascuna categoria di sostanze”.
Una diffusione inimmaginabile. Ma il dato più preoccupante è quello sulla diffusione degli psicofarmaci, fenomeno che fino a qualche tempo fa si pensava rilegato quasi esclusivamente agli Stati Uniti. Invece: “Anche nel nostro Paese il venir meno della sorveglianza etica da parte di noi adulti ha queste esatte conseguenze”, commenta il dirigente di Psichiatria dell’Ausl di Bologna, Paolo Roberti di Sarsina, che invoca una maggiore attenzione e vigilanza preventiva da parte degli enti regolatori. Stessa richiesta arriva dal comitato “Giù le mani da bambini”, che da anni fa sentire la sua voce in tema di farmacovigilanza pediatrica e che già nel 2009, riprendendo un rapporto Espad, aveva denunciato come i minori che assumevano psicofarmaci in mancanza di un controllo medico erano il 10 per cento.
I prodotti si “pescano” nella rete. Oggi sono il 5 per cento in più, anche a causa della facile reperibilità di questi prodotti nella Rete. In barba alle norme stabilite dagli organismi sanitari di controllo, basta infatti una comune carta PayPal per ordinare i farmaci. I più richiesti: quelli per dormire e per dimagrire. E non sempre servono a curare autentiche patologie: spesso sono visti come una rapida soluzione ai disagi adolescenziali dagli stessi genitori. “Stiamo permettendo la trasmissione ai nostri figli di un modello sbagliato, ovvero che basta una pillola per risolvere qualsiasi problema”, ha dichiarato Luca Poma, portavoce nazionale di “Giù le mani dei bambini”, che sul suo portale offre informazioni a scuole e genitori.
Molteplici sono i rischi. Si va dai problemi cardiaci alla stimolazione di idee suicidiarie, passando per complicazioni di carattere psicologico. Eppure, finora il fenomeno non sembra godere di un’adeguata attenzione da parte delle autorità pubbliche competenti: “Sono anni che ci siamo messi gratuitamente a diposizione dell’Agenzia del Farmaco e Istituto Superiore di Sanità per organizzare una campagna seria di prevenzione su questo tema, ma il problema continua ad essere colpevolmente sottostimato”, denunciano da “Giù le mani dai bambini”. Che ora ha deciso di appellarsi direttamente al neoministro della Salute, Beatrice Lorenzin, affinché “la situazione non vada completamente fuori controllo”.
Sempre di più gli adolescenti che assumono psicofarmaci. E sempre di più coloro che lo fanno in modalità “fai da te”. È allarmante il quadro che emerge dal’ultimo studio sulla popolazione studentesca di Espad (European school survey on alcohol and other drugs), realizzato in Italia dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), che segnala come circa il 15,4 per cento dei ragazzi prende psicofarmaci senza alcuna prescrizione medica. E oltre la metà – il 52 per cento – di coloro a cui sono stati prescritti continuano ad assumerli in seguito senza un controllo sanitario. Un vero e proprio far-west dell’automedicazione, quindi, facilitato da quello sconfinato supermercato dei farmaci che Internet mette a disposizione.
Un campione di 45 mila ragazzi. L’indagine, condotta su un campione di 45mila ragazzi provenienti da oltre 500 scuole fra medie e superiori di tutta la penisola, rileva altri dati preoccupanti. Anzitutto, l’aumento dei consumatori di cannabis, con cui i ragazzi entrano in contatto in media all’età di 15 anni. Nel 2012 dichiarano di averne fatto uso almeno una volta nella vita e negli ultimi dodici mesi rispettivamente il 28% e il 22% degli intervistati, contro il 27,5% e il 21,5% del 2011. Un incremento che pone l’Italia cinque punti sopra la media europea. Altro aumento, seppur lieve, è quello che riguarda l’assunzione di stimolanti, come ecstasy e anfetamine: 3,8% nella vita e 2,6% nell’ultimo anno, contro 3,6% e 2,4% del precedente sondaggio. Ampliando il quadro, il rapporto Espad-Italia stima che nel 2012, “su una popolazione scolastica di 2,5 milioni di ragazzi, oltre 500 mila abbiano consumato cannabis, poco più di 60 mila cocaina e 30 mila oppiacei. Mentre i consumatori di allucinogeni e stimolanti sono circa 60 mila per ciascuna categoria di sostanze”.
Una diffusione inimmaginabile. Ma il dato più preoccupante è quello sulla diffusione degli psicofarmaci, fenomeno che fino a qualche tempo fa si pensava rilegato quasi esclusivamente agli Stati Uniti. Invece: “Anche nel nostro Paese il venir meno della sorveglianza etica da parte di noi adulti ha queste esatte conseguenze”, commenta il dirigente di Psichiatria dell’Ausl di Bologna, Paolo Roberti di Sarsina, che invoca una maggiore attenzione e vigilanza preventiva da parte degli enti regolatori. Stessa richiesta arriva dal comitato “Giù le mani da bambini”, che da anni fa sentire la sua voce in tema di farmacovigilanza pediatrica e che già nel 2009, riprendendo un rapporto Espad, aveva denunciato come i minori che assumevano psicofarmaci in mancanza di un controllo medico erano il 10 per cento.
I prodotti si “pescano” nella rete. Oggi sono il 5 per cento in più, anche a causa della facile reperibilità di questi prodotti nella Rete. In barba alle norme stabilite dagli organismi sanitari di controllo, basta infatti una comune carta PayPal per ordinare i farmaci. I più richiesti: quelli per dormire e per dimagrire. E non sempre servono a curare autentiche patologie: spesso sono visti come una rapida soluzione ai disagi adolescenziali dagli stessi genitori. “Stiamo permettendo la trasmissione ai nostri figli di un modello sbagliato, ovvero che basta una pillola per risolvere qualsiasi problema”, ha dichiarato Luca Poma, portavoce nazionale di “Giù le mani dei bambini”, che sul suo portale offre informazioni a scuole e genitori.
Molteplici sono i rischi. Si va dai problemi cardiaci alla stimolazione di idee suicidiarie, passando per complicazioni di carattere psicologico. Eppure, finora il fenomeno non sembra godere di un’adeguata attenzione da parte delle autorità pubbliche competenti: “Sono anni che ci siamo messi gratuitamente a diposizione dell’Agenzia del Farmaco e Istituto Superiore di Sanità per organizzare una campagna seria di prevenzione su questo tema, ma il problema continua ad essere colpevolmente sottostimato”, denunciano da “Giù le mani dai bambini”. Che ora ha deciso di appellarsi direttamente al neoministro della Salute, Beatrice Lorenzin, affinché “la situazione non vada completamente fuori controllo”.

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